Gian Maria #339
Qual è la cosa più bella che hai fatto nella tua vita?
Le Sette Stagioni dello Spirito, il progetto che sto seguendo adesso. Vivere 3 anni a contatto con l’umanità di questa città, imparando da queste persone cos’è il bene e cosa è il male, cosa c’è in mezzo tra questi due estremi e che cosa vuol dire essere un essere umano. Un artista non dice cose che già sa, un artista impara delle cose e al limite poi le condivide. Un artista non si esprime, un artista impara e una volta che ha imparato qualcosa non tiene questa cosa in mano tutta per sé. Qui a Napoli ho trovato una grande comunione con le persone ed è molto facile intendersi, nonostante abbia avuto conflitti con una minoranza. Ne ho avuti e ne ho ancora, però la gran parte delle persone con cui ho avuto a che fare mi ha insegnato molto e avevo bisogno di conoscere le cose che ho conosciuto. Venire qui per me è stata una grande scommessa, volevo imparare cosa è essere un uomo e restituire quello che ho imparato dalle persone che vivono in questi luoghi.
Qual è la cosa più brutta che hai fatto nella tua vita?
Ho dato fiducia a persone che non la meritavano. C’è una bellissima canzone che dice “non devi sottostimare le persone perché non sai mai cosa da loro potrai ricevere”. Io questa cosa non l’ho mai fatta, però ci sono delle volte in cui avrei dovuto perché ho dato fiducia a qualcuno che alla fine mi ha tradito. È il mio unico rammarico nella mia vita, anche perché credo molto nelle persone.
Cosa ami fare?
Amo stare a casa a riposarmi, e so di essere poco poetico in questo. Il punto è che quando si parla di passioni, ovvero di cosa piace fare, è sempre difficile spiegarsi bene. Io faccio la vita che faccio poiché sono un artista e l’artista viene mosso da qualcosa o qualcuno, però il mio cuore è diverso. Sono una persona estremamente sedentaria, amo stare in cucina a cucinare, star tutto il tempo sul divano ma per vocazione faccio dell’arte la mia vita. C’è una scissione tra essenza della persona e la vocazione.
Cosa odi fare?
Viaggiare. Voglio stare a casa, non mi piace spostarmi. Sono abitudinario, maledettamente abitudinario, detesto prendere i treni o aerei. Proprio per questo motivo pago un sacco di soldi in biglietti. Perché? Perché non faccio il biglietto fino all’ultimo momento. Tanto è l’odio nei confronti dei mezzi di trasporto che lo faccio solo quando lo devo per forza comprare e quindi la tariffa non è più scontata. Può persino succedere che finiscono i posti ed io non posso più partire. Forse però questo odio è nato dalla necessità di girare molto, di cambiare spesso città e di dover vedere molti posti.