Chiara #686
Qual è la cosa più bella che hai fatto nella tua vita?
Ne ho fatte tantissime, è più facile dirti l’ultima cosa più bella che ho fatto: ho partecipato al Carnevale sociale del Gridas di Scampia. Mi si è aperto un mondo, non ci ero mai andata. Mi sono resa conto di quanto la mia realtà è molto diversa dalla loro: vivo in mondo dorato, fatto di persone che hanno avuto una possibilità nella vita, di avere una cultura, di non trovarsi in situazioni culturalmente e materialmente difficili, ho capito di essere una fortunata. Lì mi sono trovata in una situazione bellissima, mi sono ritrovata nella voglia di cambiare e di emergere di questa parte di Napoli, che oggi è considerata una parte negativa di questa città, anche per il fenomeno Gomorra (e non ti nego che durante il Carnevale c’erano persone del nord che ci chiedevano in continuazione quali fossero i luoghi in cui è stata girata la serie, praticamente ci chiedevano dei tour dei vari set). Attraverso le piccole cose che riesco a fare, tramite anche il lavoro che faccio e che ha ripercussioni anche nel sociale, cerco di far uscire Napoli da quella dimensione fatta di luoghi comuni e trasmettere, o almeno ci provo, una complessità che non è per forza positiva, ma che serve per dare l’idea che c’è un pacchetto intero da prendere, in cui c’è il bello e il brutto, come c’è in ogni posto. Sto cercando di star più vicino al sociale e l’occasione del Carnevale sociale con il Gridas mi ha dato una forte spinta in questo senso.
Qual è la cosa più brutta che hai fatto nella tua vita?
Mi è capitato pure di farla più volte: ho messo da parte persone a cui voglio bene e che mi sono state molto vicino nella vita, presa dal quotidiano e dai ritmi frenetici del lavoro. In particolar modo, ricordo di un episodio in cui con una mia carissima amica, che è sempre stata presente nella mia vita nei momenti in cui ne avevo bisogno, ci sono stata ma parzialmente, insomma non ci sono stata con tutta me stessa, come sono in grado di esserci. In quel caso sono stata ipocrita con me stessa, mi dicevo “sto facendo di tutto per lei” e invece non era assolutamente vero. Ci sono priorità nella vita, spesso ho anteposto il lavoro e la mia vita professionale agli affetti e lo faccio spesso anche con mio marito.
Cosa ami fare?
Amo leggere. Mio marito è un editore, e con i libri ci lavora, mi dice sempre che ho una capacità di concentrazione sui libri paurosa. Se non mi fermi, ed il libro mi piace, potrei stare davvero le giornate intere consecutivamente a leggere. Amo andare ai concerti di musica classica, la adoro, amo conoscere e scoprire. Non amo l’attività fisica, sono un po’ pigra, però ho riversato le mie energie in altre attività. Infine amo il mio lavoro, amo stare tra la gente, riuscire a dare la possibilità alle persone di entrare in questo mondo e rendere partecipi anche le persone che di questo settore non ne fanno parte. L’arte dovrebbe essere un po’ più alla portata di tutti, sono cose che si dicono molto spesso ma che poi non si fanno.
Cosa odi fare?
Spiegare qualcosa a qualcuno che non vuole spiegazioni, quando una persona ti fa una domanda e in realtà non vuole ascoltare la risposta. Scontrarmi contro il muro dell’ignoranza e dei limiti/gabbie mentali che alcune persone si fanno, mi capita spessissimo soprattutto al lavoro. Le persone hanno difficoltà ad essere dirette e di trovare il lato pratico delle cose, andrebbero messe da parte tutta una serie di sovrastrutture e formalità: rallentano e limitano. Molte volte ti fanno una domanda per forma, ma in realtà davvero non vogliono un tuo parere,non vogliono sapere tu cosa pensi, non vogliono avere un consiglio, vogliono semplicemente che tu ripeta quello che si vogliono sentire dire.